Rivoluzione Galileo

Rivoluzione Galileo: il genio si “mostra” a Padova

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Una nuova mostra a Padova per raccontare il momento dell’invenzione della scienza moderna. Attraverso le vicende umane e professionali di Galileo Galilei (Pisa, 1564 – Arcetri, 1642) si evoca negli spazi del Monte di Pietà quel momento della storia in cui si sono gettati i fondamenti della modernità.

Una vera e propria “rivoluzione” che passa attraverso le scienze, le lettere e le arti.

Una storia da ricostruire con oggetti, libri, strumenti e opere d’arte per restituire tutte le sfaccettature della parabola galileiana.

Padova è principale teatro di questa rivoluzione, perché i “18 migliori anni” trascorsi in città (dal 1592 al 1610), grazie alla libertà dello Studio Patavino e alla tradizione scientifica, permettono a Galileo di gettare le basi per le future ricerche, dai moti lunari alla teorizzazione del cannocchiale, dagli studi sulle lune di Giove e le fasi di Venere alle macchie solari.

Il percorso di mostra si snoda tra un prima, fatto dalle fascinazioni mitologiche e astrologiche sull’universo, e un dopo, il cielo di Galileo, la scoperta della luna e del cielo stellato sopra di noi come inizio di una nuova era di osservazioni con fondamento scientifico.

Un passaggio epocale raccontato da un lato attraverso l’evoluzione della strumentazione scientifica esposta nelle sale – molta proveniente dal Museo di Storia della Fisica dell’Ateneo patavino –, dall’altro con il tramite della rappresentazione artistica. Si passa così dallo straordinario dipinto di Rubens (1635-1638, Museo del Prado) con una prosperosa figura femminile nell’atto di allattare a simboleggiare la nascita della via Lattea, alle due grandi tele di Guercino con Atlante che sostiene il globo celeste (1647, Firenze, Museo Mozzi Bardini) e l’Endimione addormentato (1647, Roma, Galleria Doria Pamphilji). Mentre Atlante è raffigurato secondo il mito che lo vede costretto da Zeus a sorreggere la volta celeste per l’eternità, Endimione mostra un dettaglio sorprendente: il cannocchiale di chiara fattura galileiana, a testimonianza che qualcosa è cambiato. Il giovane Endimione, innamorato della divinità lunare Selene, chiede ad Afrodite di poter cadere in un sonno perenne in modo da ricordare per sempre il bacio ricevuto, addormentato, dalla sua amata. Tradizionalmente Endimione è considerato il primo osservatore attento delle particolarità della luna, una figura che, simbolicamente, allude allo scienziato pisano: Galileo come moderno Endimione.

Ma ancora, la mostra permette di ripercorrere la vita di Galileo, dalla formazione medica alla passione per la musica e le arti. Nessuna qualità della sua multiforme personalità è tralasciata. Galileo è presentato come uomo di scienza, come musicista, letterato, imprenditore, amante dei vini e dei Colli Euganei, artista e critico d’arte. Non manca il racconto degli anni della disputa e della nascita del grande mito galileiano anche fuori dai confini italiani nel corso dell’Ottocento.

Calando il personaggio e le sue idee nello spirito dell’epoca in cui ha vissuto è possibile cogliere a pieno la portata delle sue idee che, con il tempo, hanno portato letteralmente l’uomo nello spazio. Ecco che allora dagli acquerelli lunari si salta alle suggestive immagini della NASA. A simboleggiare l’attualità della rivoluzione galileiana la mostra offre anche la personale interpretazione di artisti contemporanei, come Anish Kappor che, a inizio del percorso espositivo, cerca di intrappolare in un solido geometrico il vuoto.

Mostra a cura di Giovanni Carlo Federico Villa e Stefan Weppelmann.
Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio in collaborazione con l’Università di Padova.

Molti gli eventi collaterali e le conferenze che potete seguire qui: Rivoluzione Galileo.

Sorsi d’Arte vi porta in visita il 2 dicembre, non mancate! 😉
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