Il Gioiello contemporaneo in una mostra dal sapore mediterraneo

A Padova il gioiello contemporaneo ha una lunga tradizione che mette la nostra città ai primi posti nell’ambito della ricerca e della valorizzazione di questa forma d’arte.
Note sono le personalità uscite dalla cosiddetta “scuola orafa padovana”, una vera e propria corrente stilistica così descritta da Giorgio Segato:

«Non una “scuola” nel senso strettamente accademico del termine, ma indubbiamente una “scuola” all’antica, cioè nel senso più esteso e comprensivo di un particolare ambiente in cui opera in modo esemplare un maestro che avvia altri maestri e crea articolazioni e diversificazioni che autonomamente arricchiscono e modulano le ricerche, trasmettendo agli allievi, che poi saranno a loro volta maestri e colleghi, un gusto, un metodo di approccio, una sensibilità per soluzioni chiare, geometriche ma aperte, calibrate da un’alta e raffinata misura interiore fatta di esperienza, calcolo, invenzione poetica, piena conoscenza delle magie delle materie e delle tecniche»[1]


Una città, la nostra, cha ha ospitato, grazie al lavoro dell’Assessorato alla cultura, numerose mostre ed esposizioni dedicate all’arte orafa e a questa scuola, e un pubblico, i padovani, sensibile al gioiello contemporaneo e alle sue seduzioni. È in questo contesto che l’oratorio di San Rocco, sede oramai deputata alle mostre di oreficeria, ospiterà dal 19 maggio una mostra tutta mediterranea, capace di evocare miti e favole passate: “Ithaca”.

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Corrado De Meo, Anello

Già allestita a Livorno e a Barcellona – dopo Padova approderà anche ad Atene –, l’esposizione è stata costruita attorno a un tema: la rievocazione di storia, cultura e memoria dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Gli artisti – tre catalani, due greci, due italiani – si confrontano mettendo in scena la propria personale visione artistica e concettuale, esplorando da differenti punti di vista il tema del viaggio, del tempo, del mito.

Stefano Rossi, spilla
Stefano Rossi, spilla

Grande protagonista è il mare, il Mare Nostrum, comune denominatore che bagna i paesi natali degli artisti, palcoscenico delle avventure di eroi classici, simbolo di migrazioni e scambi.
In primo piano anche la Natura: colori, forme, conformazioni delle coste del Peloponneso sono suggerite dai gioielli esposti, fatti di materiali preziosi e non preziosi, organici e inorganici, capaci di trasmettere la gestualità, il sentimento, la profonda riflessione di chi li ha plasmati.

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Akis Goumas, Spilla

 

È stata la poesia Itaca di Costantin Kavafis, che trae ispirazioni dai noti versi omerici, a offrire lo spunto per questa mostra, che vuole ricreare, attualizzandolo, il leggendario viaggio di Ulisse che simboleggia il principio, l’origine, la ragione e al tempo stesso la meta che ogni uomo compie lungo il percorso della vita.

E saranno proprio i versi della poesia di Kavafis a inaugurare la mostra: il 19 maggio alle ore 18.30 Silvia Rossini, accompagnata dalla chitarrista Ella Nagy, allieterà il pubblico con un reading di poesie.

 

Noi di Sorsi d’Arte ci saremo.
Non mancare!

 

La mostra è promossa e realizzata dal Comune di Padova – Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche e curata da Mirella Cisotto Nalon.

Artisti in mostra: Lluís Comín, Maria DiezMontserrat Lacomba, Akis GoumasDespina PantazopoulouCorrado De MeoStefano Rossi.
Per maggiori informazioni sugli artisti consultate questo link.

 

Info
20 maggio – 20 giugno
Oratorio di San Rocco, via Santa Lucia Padova
Orario 9.30 – 12.30, 15.30 – 19.00; chiuso: i lunedì non festivi.

 

 

 

[1] G. SEGATO, La misura seducente, in Mario Pinton. L’oreficeria, catalogo della mostra (Padova, Piano Nobile dello stabilimento Pedrocchi, 11 marzo – 30 aprile 1995) Padova, 1995.

 

Miniatura a Padova: “La Bellezza nei Libri” a San Rocco

La miniatura è protagonista della mostra “La Bellezza nei Libri. Cultura e devozione nei manoscritti miniati della Biblioteca Universitaria di Padova” (Oratorio di San Rocco, 8 aprile – 7 maggio 2017).
Una trentina di manoscritti realizzati tra XII e XVI secolo, scritti e miniati in Italia, sono esposti per la prima volta al pubblico.

Si tratta di opere confluite nelle raccolte della Biblioteca tra il 1836 e il 1841 a seguito delle soppressioni napoleoniche e in origine appartenenti al convento padovano degli Eremitani, alla libreria dei carmelitani calzati di Venezia, al monastero benedettino di Santa Giustina, al cenobio di San Giorgio Maggiore a Venezia, alla biblioteca di San Francesco Grande e a quella dei frati di San Giobbe a Venezia.
Alcuni facevano parte di importanti collezioni private, come quella di Lorenzo Antonio da Ponte, del frate Michelangelo Carmeli (1705-1766), del medico Giovanni Battista Morgagni (1682-1771).

Intreccio tra contenuto e contenitore: il segreto dell’arte miniata

Miniatura: La bellezza dei libriI codici esposti sono stati selezionati per le loro miniature, particolarmente interessanti da un punto di vista artistico e perfettamente armoniche con il resto della pagina. Sì perché è proprio il perfetto connubio e l’equilibrio tra illustrazione e testo a caratterizzare l’arte della miniatura.

La mostra permette così di esplorare il mondo dell’illustrazione miniata attraverso “tesori nascosti” che, documentando l’attività di miniatori e calligrafi, riconducono con grande immediatezza alla produzione artistica contemporanea, alla vita culturale e alle attività cittadine.

Miniature eleganti, finezza di grafie, intrecci geometrici ornano le pagine dei codici, raccontando il lavoro di amanuensi, decoratori e legatori.
Ma questi volumi ci parlano anche oltre le immagini: le segnature, le scritture, le note di possesso aprono alle vicende dell’origine, della provenienza, della funzione di questi codici.

Una mostra che va quindi osservata per ammirare la bellezza delle illustrazioni, ma anche “letta” e interpretata per comprendere e approfondire tutto quello che un codice ci racconta.

Per questo Sorsi d’Arte vi invita a visitarla sabato 7 maggio.
Vi aspettiamo alle ore 17.00!

Prenotatevi!